CATANIA (3-5-2): Falcioni 6 - De Martis 5.5
(dal 15' st Mendil 6), Monaco 6, Fusco 6 - Cordone 6, Grieco 6,
Gatti 5.5, Bussi 5 (dal 28' st Possanzini)
(3-5-2):
Mancini 6.5 - Troise 6.5, Baldini 6, Bonomi 6 - Saber 6, Ferrarese
6.5, Vidigal 6, Husain 6, Bocchetti 6 (6' st Quadrini 6) - Floro
Flores sv (dal 20' pt Sesa 7.5), Dionigi 6.5
Arbitro:
Girardi
Angoli:
Recupero:
Ammoniti: 11' pt Husain, 25' pt Bucchi, 29' pt Sesa,
31' pt Grieco, 36' pt Ferrarese, 5' st Bocchetti, 21' st Mendil
Note:
Spettatori:
La cronaca:
Il Napoli ritrova il sorriso e lo fa, viene quasi da dire ovviamente, lontano da San Paolo. Nella vittoria (0-2) ottenuta a Catania sono infatti emerse tutte le caratteristiche dei partenopei, tipiche delle squadre da trasferta: validità nella chiusura degli spazi altrui, capacità di ripartire nell'azione, un pizzico di cinismo nello sfruttare le occasioni giuste. Per il Catania invece, vista anche la serata autunnale del Cibali, è proprio il caso di dire che piove sul bagnato. La traballante posizione del tecnico Pellegrino infatti ha ricevuto un colpo di grazia da una prestazione opaca, caratterizzata da tanta volontà ma insufficiente sotto il profilo della fluidità di gioco: la società a fine gara non ha rinnovato la fiducia.
Una gara della paura insomma, i cui presupposti erano confermati dalle prime fasi di gioco: centrocampo fittissimo da ambo le parti e poche iniziative. Provava qualcosa il Catania sul settore destro con Cordone, anche Grieco scagliava qualche punizione insidiosa, ma il fatto saliente della prima frazione passava quasi inosservato: ci riferiamo all'entrata di Sesa per Floro Flores infortunato. Una svolta per il Napoli, visto che lo svizzero dava subito segnali confortanti di inserimento nella manovra e qualche minuto dopo la mezz'ora procurava il rigore che sbloccava la situazione: ingenuo De Martis nel fare plateale ostruzione. Freddo Dionigi nell'esecuzione. La reazione del Catania era targata Oliveira: il belga brasiliano si liberava di Troise ma incontrava la bravura di Mancini in uscita.
Nella ripresa il Napoli si beava della sua condizione di vantaggio, arroccandosi al limite della propria area senza concedere al Catania il benchè minimo spiraglio: erano anzi proprio i partenopei a sfiorare il raddoppio con il solito Sesa, la cui punizione deviata da Gatti si stampava all'incrocio dei pali. Vista l'aria malsana che tirava per gli etnei, Fusco cercava un po' d'ossigeno con un tiro da lontano, ma Mancini si mostrava all'altezza.
Intanto Pellegrino, con l'inserimento di Mendil e Possanzini, spostava in avanti il baricentro della squadra aumentando gli spazi per il Napoli: un paio di contropiede non venivano sfruttati per il classico errore nell'ultimo passaggio, poi arrivava l'occasione giusta. Vidigal scendeva per vie centrali e porgeva a Sesa: in area lo svizzero controllava, metteva a sedere Fusco con un dribbling a rientrare, e poi di destro chiudeva di fatto la gara. Ancora una recriminazione - apparsa legittima - del Catania su un tiro di Possanzini respinto con un braccio da Baldini, poi il triplice fischio che consegnava alla piccola storia dei confronti Catania-Napoli Dionigi e Sesa. Erano infatti 52 anni che il Napoli non vinceva al Cibali: nel 1950 ci pensò il famoso albanese Naim Kriezu.
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